Frans Vervloet (1795 - 1872)

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Veduta di Venezia

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Biografia breve di Frans Vervloet

Frans Vervloet (Malines 1795 - Venezia 1872) è stato un pittore belga del XIX secolo. Fu allievo del padre Franz I, docente all'accademia di Belle Arti di Malines. Il suo esordio, quando aveva circa venti anni, è con un dipinto di soggetto sacro, esposto nella chiesa di Saint Rombault a Malines, ma Vervloet è noto essenzialmente per la sua pittura di veduta e di interni. Sposò Augustine, una pittrice di fiori e ottenuto il pensionato a Roma si trasferì verso la fine del 1822; tra le prime opere romane realizzò un Interno della basilica di S. Pietro (Amsterdam, Rijksmuseum), acquistato dal re d'Olanda. A Roma si inserì immediatamente nell'ambiente dei paesaggisti francesi, e conobbe le opere di François Granet, fondamentale per la sua formazione e per le sue successive scelte pittoriche. Nel 1823 iniziò una serie di viaggi che lo portarono a conoscere il Regno di Napoli: fu in Puglia, a Napoli, nel '24 di nuovo a Roma e poi a Napoli, dove fissò la sua residenza dall'anno successivo. Nella capitale borbonica l'artista si integrò abbastanza bene, fu a contatto con artisti locali, prese parte alle Biennali Borboniche del 1826 e del 1830, e fu inoltre nominato professore onorario del Real Istituto di Belle Arti di Napoli. Negli stessi anni alcuni suoi dipinti erano esposti alla residenza reale di Capodimonte. La sua produzione pittorica comprendeva interni, ma per lo più vedute di grande intensità, affiancandosi alla ricerca svolta negli stessi anni da Pitloo, della "identificazione del risultato cromatico con quello atmosferico" (R. Causa 1956, p. 15), anticipando in certe soluzioni Gigante e dando un grande apporto allo sviluppo della scuola di Posillipo. Sono documentate alcune escursioni nel Regno per ritrarre paesaggi, nel 1832 è documentata la sua partenza per Venezia, dove tenne studio fino al 1839. Rientrato a Napoli ebbe importanti commissioni dallo zar Nicola I, dalla Granduchessa Elena di Russia e dai sovrani del Regno delle due Sicilie. Sono documentati nel primo quinquennio degli anni Quaranta alcuni suoi viaggi in Italia: Firenze, Livorno, le isole Eolie, Venezia e nel '44 si spinse a Costantinopoli per dipingere l'interno della chiesa di Santa Sofia, progetto non realizzato. Sono anni in cui la sua produzione artistica si distacca sempre di più dagli ideali posillipisti, che avevano animato la prima fase del suo soggiorno napoletano, per concentrarsi nella produzione di interni, formalmente perfetti ma talvolta freddi. Prese parte alla I Esposizione Nazionale di Firenze del 1861 presentando un Interno della Certosa di San Martino. In epoca postunitaria si trasferì a Venezia, dove trascorse tutto il resto della sua vita.

FONTE: L'Ottocento Napoletano dalla veduta alla trasfigurazione del vero

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